Danilo Goffi: una vita a suon di 42 km

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Approdato per caso all’atletica leggera, Danilo Goffi, specialista della maratona, è uno dei pochi atleti al mondo capace di due carriere sportive ad alto livello.

Classe 1972, il nervianese muove i primi passi sulla pista di atletica dopo esser stato scartato dalla locale squadra di calcio: il suo fisico troppo esile, che poco si prestava agli inevitabili scontri fisici dello sport a undici, è invece la sua fortuna nella corsa; corsa che, prima di diventare una professione che lo consacra nell’olimpo dell’atletica mondiale, è solo un gioco per restare in compagnia dei suoi amici. “L’atletica non è uno sport per persone solitarie e cupe, e io ne sono la dimostrazione: per la gioia dei miei genitori, sono sempre stato esuberante e vivace; la corsa è stata la mia valvola di sfogo grazie alla quale frequentare i miei amichetti d’infanzia, oltre ad aver fatto nascere nuove belle amicizie coltivate nel tempo e vive ancora adesso.”

La svolta nel 1988: a 16 anni, Danilo capisce che correre non è più solo un passatempo, ma può diventare una professione a tutti gli effetti.

Dopo i primi successi a campionati studenteschi e manifestazioni locali, nel 1991 il salto di qualità: a Salonicco, Grecia, diventa Campione Europeo Juniores dei 10.000mt in una gara condotta con grande maturità tecnica e chiusa in 30’40” – ancora oggi, è l’ultimo italiano a fregiarsi di questo titolo.

Tre anni più tardi viene tesserato dal Gruppo Sportivo Carabinieri per iniziare, qualche mese dopo, il primo sodalizio sportivo con Giorgio Rondelli, allenatore sotto la cui guida ha tagliato i principali traguardi. Ad iniziare da quel debutto in maratona a Venezia nel 1995: una gara non programmata, preparata quasi controvoglia, e che non lo vedeva certamente tra i favoriti della vigilia; una gara corsa forse con incoscienza e spavalderia, ma altrettanta tenacia e determinazione che, alla fine, lo hanno aiutato a trionfare sui protagonisti più accreditati (Stefano Baldini e Giacomo Leone in primis); una gara che, all’esordio sulla distanza, gli ha dato il primo titolo italiano di specialità – 2:09’26” il suo crono.

Proprio perché è stata la prima maratona corsa e vinta, quella di Venezia è una 42k che ha sempre avuto un posto speciale nel cuore di Danilo; posto condiviso con quella dei Campionati Europei di Budapest 1998, argento individuale ed irripetibile oro a squadre insieme a Stefano Baldini (primo), Massimo Vincenzo Modica (terzo) e Giovanni Ruggiero (settimo) – 2:12’11” il tempo dell’atleta nervianese.

Il 1998 è l’anno magico per Goffi: oltre al successo europeo, conquista infatti il titolo italiano sui 10.000mt a Camaiore (28’29”) e sigla il suo pb in maratona a Rotterdam: 2:08’33”, quinta prestazione italiana assoluta all time sulla distanza.

Il palmares di Danilo Goffi, tanto ricco quanto variegato, è stato già ricordato innumerevoli volte su tutte le principali riviste sportive e da tutte le più importanti testate giornalistiche: Campionati Italiani, Campionati Europei, Campionati Mondiali e Giochi Olimpici, non manca davvero nulla.

Anzi; ripensandoci bene, qualcosa forse manca – o, meglio, mancava: dismesso dal GS Carabinieri nel 2012 per raggiunti limiti di età, il maratoneta vive un periodo di smarrimento durante il quale, coi colori del CUS Pro Patria Milano, cerca la sua nuova dimensione in una quotidianità non più scandita dai ritmi dell’atletica leggera. Ma il richiamo dello sport è troppo forte: ed è per questo motivo che, esattamente un anno dopo, Danilo si rimette in discussione: tesserato per il biancorosso Monza Marathon Team a.s.d. e con una nuova squadra di lavoro al proprio fianco che vede come allenatore Silvio Omodeo, intraprende così la sua seconda carriera sportiva; una carriera sportiva costellata di significativi successi. Dopo il titolo master nella Maratona di New York del 2013 (2:22’23”), nell’aprile dell’anno successivo conquista il titolo italiano assoluto di Maratona a Milano: 19 anni dopo il primo trionfo, è ancora lui a fregiarsi di questo prezioso alloro; e la sua cavalcata continua pochi mesi dopo a New York, dove si riconferma campione Master per il secondo anno consecutivo (2:19’43”) per avere l’epilogo trionfale alla Maratona di Boston il 20.04.2015: quindicesimo assoluto, primo italiano, secondo europeo e primo master in 2:18’44”. Il coronamento di un sogno e l’ultima gara da atleta professionista-lavoratore corsa a ritmi agonistici elevati da far tremare atleti ben più giovani di lui.

Gli ingredienti di cotanto successo?

In primo luogo, la fiducia in se stesso: guardando grandi campioni quali Antibo, Mei, Cova, Bordin e Panetta, e tenendo bene a mente gli insegnamenti ricevuti dai genitori, Danilo ha sempre confidato nelle proprie capacità e nella importanza dell’impegno e della perseveranza, senza mai scendere a compromessi o optare per soluzioni poco ortodosse; e, alla fine, tenacia, costanza e determinazione lo hanno premiato.

Oltre alla già ricordata amicizia – “Sulla linea di partenza ci guardavamo tutti in cagnesco, ma dopo il traguardo si tornava ad essere i grandi amici di sempre, pronti a stimolarci e sostenerci reciprocamente”, lealtà e legalità sono i due valori guida ai quali si è sempre attenuto in carriera: “Correttezza prima di tutto: nei confronti degli avversari, della famiglia, dell’allenatore, della squadra, dei tifosi; e, soprattutto, di me stesso. Non ho mai fatto ricorso a sotterfugi pur di raggiungere un obiettivo: sono sempre stato chiaro e sincero al punto di preferire rinunciare ad appuntamenti di rilievo – convocazioni in nazionale incluse, se non mi sentivo pronto. Forse avrei potuto vincere di più se non fossi stato così ligio al dovere; ma non mi pento di nessuna delle mie scelte: non ho e non ho mai avuto vergogna nel guardare gli altri negli occhi e me stesso allo specchio.”

Oltre a questi tre pilastri fondamentali, il consiglio che il grande campione si sente di dare ai giovani che si avvicinano alla maratona è quello di non demordere e lavorare sodo: impegno, costanza, passione e spirito di sacrificio sono indispensabili per riuscire in una disciplina così impegnativa.

Serve prima di tutto tanta buona testa per riuscire ad adattarsi ad allenamenti e carichi di lavoro necessari per arrivare preparati sulla linea di partenza; e anche per correre 42k senza fermarsi. Sono poi fondamentali le gambe alle quali è necessaria una buona preparazione atletica per non essere pesanti e legnose, e costringere quindi un atleta al ritiro. E, infine, non può mancare il cuore che ti da grinta, forza ed energie necessarie per superare i propri limiti e tagliare il traguardo.

Certo, nonostante la presenza ben combinata di tutti questi elementi, non mancheranno momenti difficili e bui. “Io stesso ho vissuto situazioni di sconforto; e son quasi stato lì lì per mollare. Credo di aver toccato il fondo due volte: la prima, alla Maratona di Venezia nel 2010. Mi sono ritirato al 30km e ho pensato di essere davvero finito; per mia fortuna, non mi piace autocommiserarmi e quindi mi sono ripreso nel giro di pochi giorni, tanto da agguantare un buon quinto posto alla Maratona di Torino due settimane dopo. La seconda, al termine della prima carriera sportiva: avevo sempre vissuto di e con l’atletica, e non averla più come compagna del quotidiano mi ha destabilizzato. La conferma dello scorrere del tempo; i primi acciacchi dovuti all’età; gli atleti più giovani di me. C’è voluto più tempo, un percorso su me stesso molto più articolato, profondo e costruito; ma, alla fine, ho avuto il coraggio di prendere in mano la mia vita, mettermi in discussione e tornare ancora ad alti livelli. Il tutto, nonostante le difficoltà per conciliare famiglia, lavoro e allenamenti.”

Ed è proprio grazie a questa sua forza interiore, allo spirito da combattente e alla sua determinazione, che Danilo Goffi, a 19 anni esatti di distanza, è riuscito ad aggiudicarsi il secondo titolo italiano di maratona: da Venezia 1995 – 23 anni da compiere per la gara dell’incoscienza e della sfrontatezza, a Milano 2014 – 42 anni da compiere per la gara della maturità e della razionalità.

E adesso che ha raccolto tante soddisfazioni ed è pronto a salutare definitivamente la carriera agonistica, Danilo Goffi continuerà a correre e a dedicarsi alla maratona e all’atletica: il nuovo obiettivo, forse di gran lunga più ambizioso di tutti quelli sportivi già conseguiti, è quello di avvicinare quanta più gente possibile alla corsa, mettendo a disposizione dei runners la propria passione, competenza ed esperienza. E, tanto per non smentirsi, per il terzo anno consecutivo a novembre tornerà a alla Maratona di New York con il gruppo di Almostthere: 42km in 3:30′ per chi, della maratona, ha fatto una passione e non una professione. Se non è amore per l’atletica questo…

 

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