Leonardo Ghiraldini: ogni giorno una nuova meta

LeonardoGhiraldini

Un bambino vitale, esuberante e sempre in movimento: questo era il piccolo Leonardo Ghiraldini, tallonatore del prestigioso club inglese dei Leicester Tigers.“E’ vero, ero un bambino davvero frizzante e mi piaceva molto praticare sport a scuola e con gli amici. Pattinaggio a rotelle, pallavolo, calcio, basket e nuoto: li ho provati tutti e tutti mi piacevano, ma nessuno mi entusiasmava come avrei voluto, Senza contare che, nonostante la fatica nel praticare queste discipline, tornavo sempre a casa con ancora tanta energia in corpo. Con il rugby, invece c’è stata subito sintonia completa.” Una sintonia davvero totale, tanto che dalla prima partitella con amici a nove anni, Leonardo sta giocandoci ancora oggi, facendone una professione e ricoprendo ruoli importanti in alcune partite come quello di capitano della nazionale italiana. “Potevo correre all’aria aperta, scontrarmi, cadere, prendere il pallone con le mani: potevo esprimere tutta la mia esuberanza giocando con gli altri ragazzi, cosa chiedere di meglio!”

Alla base della sua passione, il divertimento; quel divertimento che, sempre all’interno delle regole del rugby, deve essere il motore che spinge i bambini ad avvicinarsi a questo sport; quel divertimento condiviso che fa nascere legami e amicizie fantastiche e durature nel tempo.

Altrettanto importante il ruolo della famiglia che deve guidare e accompagnare i ragazzi nelle varie scelte che pone la vita, incluse quelle sportive.

E’ stato proprio così per Ghiraldini.

Fin dai primi passi sul terreno di gioco e ancora oggi in ogni appuntamento importante, il campione padovano si è sempre divertito, rispettando le norme alla base di questa disciplina; e senza mai ricorrere a scorciatoie e sotterfugi. Il tallonatore dei Leicester Tigers ritiene infatti che doping e altri strumenti simili siano mezzi controproducenti che non conducono da nessuna parte, soprattutto nel lungo termine. Possono forse aiutare a vincere una gara o una partita, ma le conseguenze si riveleranno presto ben peggiori di queste piccole effimere conquiste: senza l’abnegazione e il duro lavoro uniti alla passione per quello che si svolge non si può tagliare nessun traguardo. Il vero successo, nello sport e nella vita, può essere raggiunto sono con la correttezza, il rispetto delle regole e l’onestà.

Una simile moralità e un così elevato senso di rettitudine sono il risultato anche di una famiglia forte, unita e serena: mamma, ma soprattutto papà, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti in varie discipline sportive, sono sempre stati al suo fianco lasciandolo libero di esprimersi e di scegliere autonomamente quello che voleva fare; ma lo hanno anche sostenuto e incoraggiato nei momenti di sconforto e difficoltà. E’ proprio grazie a loro se è riuscito a maturare come persona e come sportivo, conquistando così la forza e la serenità necessarie per affrontare ogni situazione.

Ed è con questo spirito che ha affrontato i momenti difficili della carriera: pur non avendo mai pensato di smettere, infortuni e situazioni non particolarmente felici durante una stagione ce ne sono stati. “Ma la forza di volontà mi ha sempre fatto reagire senza permettere che nulla potesse rovinare la passione che ho per il rugby. Ho sempre cercato di capire prima di tutto se avevo sbagliato qualcosa e, se sì, che cosa, per mettermi subito al lavoro per migliorare ogni aspetto che potesse influenzare la mia prestazione. Proprio nei momenti no mi impegno al massimo per ripartire con tutta la serenità e la determinazione necessarie, facendo un passo alla volta, magari piccolo, ma senza dubbio importante per non lasciarsi andare.”

Una peculiarità del rugby è l’impossibilità di nascondersi: per avere successo è necessario imparare dagli errori e modificare l’azione in corso per acquisire una conquista immediata a concreta. Il campo e la partita offrono immediatamente una verifica del lavoro svolto per affrontare una competizione; e non si può pensare di evitare il problema o non risolvere una determinata situazione, perché si darebbe inizio ad una catena di errori che generano ulteriori conflitti e problematiche, portando così a sconfitte su sconfitte. Nel rettangolo verde che è il campo di gioco, niente è dovuto o lasciato al caso; al contrario, tutto è conseguenza del lavoro svolto e dell’efficacia con cui viene eseguito e applicato in partita. Sicuramente non è mai facile, ma questa è la bellezza di questo sport: nel rugby vince davvero chi se lo merita, ed è quindi fondamentale che ogni giocatore rimanga sempre concentrato su quello che può controllare in campo. Certo, la sconfitta serve e insegna molto: per crescere non è necessario cadere, ma in alcuni casi proprio la caduta può trasformarsi in una molla per ottenere successi futuri.

Ora che è papà, la cosa ancora più difficile per lui è conciliare la quotidianità della famiglia con gli impegni che una carriera ad alto livello come quella di Ghiraldini comporta: affrontare lunghi periodi di lontananza da casa non è semplice; ma l’equilibrio che è riuscito a costruire con la compagna è solido e perfetto. Complicità, amicizia e rispetto sono i pilastri sui quale è basato il loro rapporto e grazie ai quali la vita famigliare non risente di questi episodi; non è facile, ma è proprio il caso di dire che l’amore, se vero, non si ferma davanti alla distanza fisica.

Nonostante sia ancora giovane, Leonardo sta già pensando al futuro: “Mi piacerebbe rimanere in questo ambiente una volta conclusa la mia carriera da giocatore. Non so ancora se come allenatore o dirigente, ma sarebbe perfetto poter combinare i miei studi – Ghiraldini ha conseguito la laurea in Economia Territoriale e Reti d’Imprese, ndr-, alla passione per il rugby. Spero di avere ancora molti anni ad alto livello davanti a me, ma mi affascina la possibilità di trasferire il mio bagaglio di esperienza accumulato nel tempo sul campo a chi nutre la mia stessa passione per questa disciplina.”

E non lo spaventano le qualità che lo stesso atleta ritiene debba avere ogni buon tecnico o dirigente sportivo: onestà, competenza, entusiasmo, determinazione e carisma; peculiarità che in parte si sviluppano nel tempo, ma che spesso sono già proprie in una persona.Dentro e fuori da campo, Ghiraldini è determinato in ogni progetto in cui si impegna; ed è prontissimo a diffondere una cultura sportiva più sana in Italia, cosa che, al momento, ritiene non sia sviluppata come altrove: “Solo guardando il sistema scolastico e le poche ore riservate all’educazione fisica, balza subito all’occhio lo squilibrio con gli altri paesi: la nostra struttura non si può certo paragonare a quella dei college inglesi, australiani o neozelandesi che ho avuto modo di toccare con mano. E questo squilibrio cresce dopo la scuola: da noi si da risalto solo al calcio che, più che una disciplina sportiva, è oggi una vera e propria ossessione; anche perché nella maggior parte dei casi non ci si concentra sullo sforzo e sull’azione fisiche, ma sul gossip. Di conseguenza, anche uno sport fantastico quanto il calcio viene snaturato e vissuto in una dimensione che nulla ha a che vedere con il gesto atletico. Sono però sicuro che, impegnandoci, possiamo cambiare e divulgare una cultura sportiva sana e genuina, partendo dai più piccoli; quella cultura che è fondamentale per far crescere e divulgare lo sport in tutte le sue sfumature; quella cultura che riconosce rispetto, genuinità, semplicità, lealtà ed educazione quali requisiti fondamentali e imprescindibili per qualsiasi sportivo di qualsiasi disciplina, sia che tu sia nel rettangolo di gioco, sulle tribune dello stadio o a casa sul divano.”

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