Ciao Gigante: per me sei stato Unico!

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Alcuni giorni fa se n’è andato un simbolo del Rugby mondiale, una leggenda per tutti gli sportivi e un uomo che nonostante la malattia ha sempre cercato di diffondere i valori di questo sport in giro per il mondo: Jonah Lomu. Un giocatore impressionante, un metro e 96 centimetri di altezza per 119 kg di peso uniti ad una velocità da centometrista. Jonah è stata la prima vera icona del rugby professionistico, un giocatore capace di cambiare da solo l’andamento di un incontro. Fonte di ispirazione per tantissimi appassionati di questo sport, Lomu giocava con gli All Blacks, la nazionale neozelandese più’ conosciuta al mondo.
Il mio sogno da bambino è sempre stato quello di poterlo incontrare un giorno in un campo da rugby: lo volevo placcare, volevo provare a buttarlo a terra. Era il mio idolo e non potevo perdermi una partita della Nuova Zelanda, a costo anche di andare a casa di amici o in qualche bar dotato di tv satellitare, cosa molto rara ai tempi. Devo dire che sono stato molto fortunato, perché il mio desiderio si è avverato, anche se poi è stato lui a placcarmi!
Nel 2005 giocavo con il Calvisano ed in Coppa Europa abbiamo affrontato il Cardiff; Jonah era appena tornato a calcare il campo da rugby dopo alcuni anni di terapie per una malattia renale, firmando un contratto di alcuni mesi proprio con la squadra gallese. Ricordo ancora bene quel momento: in una lunga azione di gioco presi palla e vidi proprio Lomu di fronte a me. Avevo seguito la sua storia e il lungo percorso che stava affrontando per combattere la malattia e in quel momento dentro di me quasi quasi speravo che mi scaraventasse a terra, che mi placcasse come il Lomu dei tempi d’oro avrebbe fatto. In realtà lo scontro di gioco non è stato poi così epico, ma per me è stato comunque un attimo molto importante. Jonah non era più lo stesso giocatore che tutti conoscevamo, quell’atleta incredibile che ha tutt’ora il record di mete segnate ad un mondiale (15 per l’esattezza); ma ha dimostrato ancora una volta di essere un campione, un vero combattente che ci ha creduto fino alla fine e ha fatto il possibile per tornare in campo, riuscendoci anche ai massimi livelli.
Nella vita a volte si cade, ma lui è stato l’esempio, come giocatore e come uomo, che bisogna sempre dare tutto se stessi per rialzarsi e continuare il proprio cammino. Lomu era proprio così’, era quasi impossibile vederlo per terra in campo, perché lui non voleva cadere, mai.
Ciao Jonah!

A cura di Leonardo Ghiraldini

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