“Penso quindi gioco”, Andrea Pirlo con Alessandro Alciato

pirlo

Rating “Lo Sport Insegna®”: 4/5

E’ a mio avviso una bella biografia, ben scritta da Andrea assieme al giornalista sportivo Alessandro Alciato, già autore e co-autore di altre interessanti biografie di sportivi.
Pirlo si racconta senza mezze misure e capitolo dopo capitolo sembra sgretolarsi lentamente l’immagine della persona timida: il calciatore è immenso e non si discute (è Cesare Prandelli ex ct della nostra nazionale a elogiarlo e a considerarlo l’essenza del calcio nella prefazione al libro), ma l’uomo lo è altrettanto ed è dotato di “materia grigia” in abbondanza!
Siamo di fronte a una “macchina da guerra”, una sintesi perfetta di testa, cuore e gambe: i piedi per calciare, la testa per pensare e la lingua per dire ciò che sente, senza tatticismo o giri di parole. Pirlo ha una dote immensa: pensa mentre sta giocando ed è in grado di prevedere prima di chiunque altro lo svolgersi della prossima azione in campo!
Il suo numero porta fortuna è il 21 come il numero sulla sua maglia, come il giorno in cui è nato suo padre, come il giorno in cui si è sposato e come il giorno in cui ha esordito in serie A. Ma come mai allora il libro si ferma al capitolo 20? Semplice la risposta del campione: “Mi piace pensare che il prossimo sia fatto solo di pagine bianche, da riempire con altre emozioni, ancora da scrivere”.
E per riempire i prossimi capitoli Andrea è già dotato di penna, quella famosa penna di Cartier che Galliani gli ha regalato in segno di riconoscenza dopo però avergli comunicato l’intenzione di non rinnovargli più il contratto al Milan, a lui che del Milan è stato una bandiera per parecchi anni.
Oggi col senno di poi possiamo dire chiaramente al “Signore delle penne” (così lo ha battezzato Pirlo) che si sbagliava alla grande così come si sbagliava Marco Tardelli all’ Inter che invece di farlo giocare ed esaltarne le doti preferiva dire che lo “risparmiava” per il suo bene, per “non bruciarlo”.
Nella sua carriera ha vestito maglie importanti in Italia come quelle di Milan, Inter e Juventus e ha resistito a parecchi tentativi di “rottamazione” oltre che a spietati corteggiamenti come quelli di Barcellona, Real Madrid e Chelsea. In realtà per essere sinceri Andrea in Spagna ci sarebbe andato di corsa, come di corsa avrebbe seguito Ancelotti al Chelsea, ma sappiamo come è andata e chi ha deciso…il Signore delle penne ancora una volta!
Nel libro non mancano momenti di sana ilarità che mettono in mostra un Pirlo completamente diverso da quello che tutti conosciamo: è lui a organizzare scherzi ai danni dei suoi compagni di squadra avvalendosi della complicità di qualche collega. I suoi bersagli preferiti? Direi molti: Nesta, De Rossi, Inzaghi, Matri, ma uno su tutti è stato il suo “preferito”: Rino Gattuso.
Da tutti e 20 i capitoli in cui il libro si snoda traspare un attaccamento enorme per la Nazionale e il piacere di vestire una maglia che lui considera la più importante: nessun club può a suo avviso permettersi di “remare contro” la Nazionale e lui come lo definisce Prandelli di questa Nazionale ne è un simbolo…ovunque si giochi Pirlo è “il calciatore di tutti”.
Mi è piaciuto molto il capitolo 16 dove Andrea è Pirlinho e ci svela il segreto dietro a quella che da molti è stata battezzata come la “maledetta”, una punizione ad effetto, una parabola quasi biblica che supera di poco la barriera e si infila a scendere laddove nessun portiere riesce ad arrivare.
La fonte di ispirazione primaria per Andrea è stato Juninho Pernambucano, pseudonimo di Antônio Augusto Ribeiro Reis Júnior, un ex centrocampista brasiliano considerato uno dei migliori di sempre sui calci di punizione che – dopo aver superato la barriera- si abbassavano rapidamente con una traettoria che prendeva di sorpresa il portiere. Pirlo lo ha studiato, ha raccolto CD, DVD e vecchie foto delle sue partite e alla lunga lo ha capito stupendo alla fine anche il magazziniere del Milan che a Milanello era pronto come sempre ad andare nel bosco a recuperare l’ennesimo pallone calciato da Andrea.
E che il calcio di punizione sia il colpo preferito dal maestro sembra molto chiaro: “non l’ho mai raccontato a nessuno: il mio obiettivo è diventare il giocatore che nella storia ha segnato più goal su punizione in serie A”.
Un leader silenzioso che ha deciso di raccontarsi a tutti col cuore in mano: “per me il gruppo conta tantissimo, ma se mi dimenticassi di me stesso toglierei forza proprio ai miei compagni: tanti singoli fanno una squadra, tanti sogni fanno un trionfo. La storia, se si è particolarmente fortunati.”
Il libro si legge in poche ore e oltre ai passaggi descritti sopra si affrontano anche tematiche serie ed attuali come quella del doping e anche qui Pirlo ha le idee molto chiare e dispensa consigli importanti anche ai più piccoli che si avvicinano a questo sport.
Consiglio a tutti i papà di regalare al proprio figlio un pallone per cominciare e, assieme, questo libro, da leggere con lui appena sarà più grandicello.
Buona lettura!

A cura di Lorenzo Ruspi

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