“Open”, Andre Agassi

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Rating “Lo Sport Insegna®”: 5/5

Ritengo doveroso Iniziare la mia recensione con le frasi più significative di un campione e – prima di tutto- di un uomo, che trova il coraggio di dire al mondo intero la sua verità:

«Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto, tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita…».
Andre Agassi.

Il libro inizia con Agassi che racconta l’ultimo match della sua carriera. Un Agassi ormai vecchio, dolorante e che si regge in piedi solo grazie a numerose infiltrazioni di cortisone, ma che riesce ancora a regalare forti emozioni ai suoi fans.

Tutto il romanzo si avvale di una tecnica narrativa cronologica e di un ritorno in loop al punto di partenza: i primi anni di vita e i duri allenamenti a cui il padre lo sottopone dapprima per molte ore al giorno tutti i giorni della settimana con il chiaro obiettivo di portarlo ad essere il numero uno sono seguiti dai racconti di Andre che combatte i propri nemici, i propri demoni…a volte vincendo la sua partita e a volte uscendone perdente.

In tutti i passaggi del libro emerge una dimensione del tennis come sport “solitario” nel quale la componente mentale la fa da padrone: serve avere nervi ben saldi per prendere in breve tempo decisioni importanti che non lasciano spazio all’indecisione.

In tutti i suoi 20 anni di carriera Agassi ha avuto tutto quello che si può desiderare: soldi, donne, popolarità, ma ha sempre convissuto con l’insoddisfazione per non essere stato capace di uscire allo scoperto esprimendo tutta la sua insoddisfazione verso una figura ingombrante come quella del padre e verso uno sport che non amava fino in fondo.

Andre ha vinto molto, ma nel racconto ricorda in modo molto lucido le brucianti sconfitte essendo consapevole di aver imparato moltissimo da quest’ultime.

Amore sfiorato (quello con Brooke Shields) e ritrovato (quello con Steffi Graf) e amicizia vera (quella con Gil, il suo preparatore atletico) sono stati importanti catalizzatori e un vero tocca sano per Andre per combattere duramente la sua fragilità.

La figura di Gil è stata per Agassi di fondamentale importanza e il discorso che Gil fa ad Andre lo inquadro come uno dei momenti più belli della biografia. E’ Gil con le sue parole a spingere Agassi nell’ olimpo del tennis e nella mente del campione quelle parole risuonano sempre anche a distanza di 30 anni:
” Non proverò a cambiarti, non ho mai provato a cambiare nessuno. Se fossi stato capace di cambiare qualcuno avrei cambiato me stesso.
Ma so che posso darti la struttura e il progetto per ottenere quello che vuoi. C’ è differenza tra un cavallo da tiro e uno da corsa. Non li tratti allo stesso modo. Si parla tanto di uguaglianza ma non sono sicuro che uguale voglia dire allo stesso modo. Tu sei un cavallo da corsa e ti tratterò di conseguenza. Sarò severo, ma giusto. Ti guiderò senza spingerti. Ci siamo ragazzo, ci siamo. Puoi contare su di me. Da qualche parte lassù c’ è una stella con il tuo nome. Forse non sarò capace di trovarla, ma le mie spalle sono forti e puoi salirci sopra mentre la cerchi. Sali sulle mie spalle e allunga la mano ragazzo. Allungala “.

In sintesi direi che siamo di fronte ad un libro da standing ovation ed appare subito chiaro,dai primi capitoli, quanto possa essere limitativo e inesatto inquadrarlo banalmente come l’autobiografia di un campione.

Agassi è un fiume in piena dalla prima all’ultima pagina e il suo racconto mi tiene incollato al libro che finisco di leggere nella stessa giornata in cui l’ho iniziato.

La storia di Andre è il film della sua partita più importante, la vita e delle difficoltà che ha dovuto superare con i piedi ben dentro il campo, ad aggredire sempre la pallina mentre sale e andando a una velocità pazzesca.

Siamo di fronte a un romanzo di formazione stupendo che pone in primo piano la crescita di una identità proprio negli anni in cui la società poneva davanti ai giovani dei non-valori che non aiutavano la crescita interiore: si viveva di finte promesse di felicità e si dava troppa importanza ai trofei luccicanti che proprio Agassi, in un giorno d’ira, distruggerà nella sua casa di Las Vegas.

L’ Agassi che imparo a conoscere meglio man mano che proseguo nella lettura del libro è un ragazzo fragile, come potrebbe esserlo ciascuno di noi, un ragazzo alla ricerca di una propria motivazione che va aldilà delle aspettative e delle imposizioni paterne, un ragazzo che si batte come un leone per ritrovare sé stesso e riconoscersi nell’immagine di sé che pubblico e media hanno plasmato.

Consiglio la lettura di questo libro a chiunque e non solo agli appassionati di tennis: da ogni pagina esce l’importanza della testa e del cuore per superare le difficoltà. Non basta aver un fisico super allenato…occorre una mente robusta, preparata e ben allenata e un cuore, una passione travolgente per superare quello che ognuno vede come un “limite”.

A cura di Lorenzo Ruspi

Commenti

Maurizio

Bellissimo libro, l’ho letto tutto d’un fiato!

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