“Che gusto c’è a fare l’arbitro – Il calcio senza il pallone tra i piedi”- Nicola Rizzoli

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Rating “Lo Sport Insegna®”: 4/5

E’ un libro ben scritto, che scorre via bene e si legge tutto d’un fiato: porta il lettore a comprendere meglio quanto è complicato il ruolo dell’arbitro, la sua “solitudine” in campo e il poco tempo che ha – ogni volta -per prendere delle decisioni che possono cambiare le sorti di un match.

Ho trovato molto vera la seguente citazione fatta da Nicola: “Quasi tutti quelli che parlano di calcio hanno giocato a calcio almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una partita nella vita.”

Storie, aneddoti e retroscena del mondo del calcio sono la spina dorsale del racconto arricchito da momenti di “dialogo” tra Rizzoli e calciatori dal carattere e dalla personalità marcati come Gattuso, Totti, Ibrahimović e Cassano per citarne alcuni.

Si apprezza molto in tutto il racconto il tema del dialogo non solo tra l’arbitro e i calciatori, ma anche quello con il suo Team, i suoi collaboratori e su tutti quello con se stesso…perché in campo si è soli nell’istante in cui si deve prendere una decisione seppure supportato al meglio dai propri assistenti.

E il segreto di Nicola – parafrasando Andre Agassi – è quello di “controllare ciò che può” e di prepararsi al top per ogni gara al fine di controllare tantissime cose!

nicola-rizzoli-libroIl libro racconta un percorso lungo quasi trent’anni che, dai campetti di provincia e dalle trasferte in solitudine in ogni angolo d’Italia, conduce Rizzoli al palcoscenico degli Europei 2012, a Wembley per la finale di Champions League 2013, fino al leggendario Maracaná di Rio per la finale degli ultimi Mondiali Germania-Argentina.

Molto belli sono – a mio giudizio- i racconti dei momenti di goliardia vissuti con i compagni di avventura, i segreti svelati sui riti prepartita come la playlist da ascoltare nello spogliatoio, il Vicks Vaporub da respirare a fondo per rilassarsi e lo stemma Fifa da cucire personalmente sulla divisa con ago e filo come gli aveva insegnato a fare la nonna.

Sono molti i passaggi nel libro dai quali emerge un Rizzoli perfezionista, molto preparato e che vuole sempre ridurre al minimo la percentuale di errori e di sconfitta nei confronti del “nemico”.

E il “nemico” visto come imprevisto è sempre dietro l’angolo e come dice Sun Tzu nel suo libro “L’arte della guerra”: “ non contate sul mancato arrivo del nemico, ma fate affidamento sulle vostre qualità per sconfiggerlo”.

Su un giudizio globale che resta molto buono- e che mi porta a consigliare a chiunque la lettura di questo libro- ho individuato comunque la mancanza di un po’ di “collante” tra un capitolo e l’altro e la presenza di alcune ripetizioni di concetti, magari volute. Personalmente parlando nuovamente di “collante” avrei inserito un capitolo specifico sulla finale Champions di Wembley tra quello degli Europei 2012 e quello del Mondiale 2014 che considero tutti e tre passaggi importanti della sua carriera e avrebbe “aiutato” ancora di più a far salire l’emozione del lettore verso il traguardo finale del Maracanà.

A cura di Lorenzo Ruspi

 

Commenti

Giulio

Wow! un vero appassionato di calcio come me non può perderselo questo libro! 😉

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