Intervista a Elisa Di Francisca

(Foto Augusto Bizzi)
(Foto Augusto Bizzi)

Come e quando ti sei avvicinata al mondo della scherma e al fioretto in particolare?
A 7 anni, grazie a mio padre che mi ha accompagnato nella scuola di scherma jesina del maestro Triccoli.

Da piccola quali erano gli sport che praticavi ? E’ stato un amore a prima vista quello con la scherma o ci sei arrivata per gradi?
Da piccola praticavo la danza ma poi la troppa disciplina mi annoiava e nella scherma ho trovato quel guizzo di pazzia che mi elettrizzava e motivava ogni giorno di più.

Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori, la tua famiglia nello spingerti a praticare sport e nell’incoraggiarti ad arrivare dove sei arrivata?
Mio padre mi ha fatto conoscere la scherma e insieme a mia madre mi hanno sostenuta nel mio percorso sportivo, nelle gioie e soprattutto nelle sconfitte. Ancora oggi mi sono sempre vicini.

Quali sono stati i tuoi maestri di vita e di sport? Quali sono i tuoi modelli?
Stefano Cerioni il mio maestro per anni. Il mio modello sono io.

Mente, cuore e corpo: in che proporzione contano in quello che fai?
50% mente e l’altro 50% il cuore. Il corpo li segue.

Cosa ti sentiresti di consigliare ai giovani (anche ai più piccoli)  che si avvicinano oggi alla tua disciplina?
Di vivere ogni giorno gli allenamenti e la scherma con passione e con il giusto divertimento…solo così si può continuare, perseverare e poi arrivare a vincere

Quali sono i valori chiave per te nello sport che pratichi e che – a tuo avviso – possono essere usati dai più giovani nella vita di tutti i giorni e dai manager all’interno delle organizzazioni aziendali?
Lealtà, rispetto, determinazione. E prima di tutto, l’equilibrio.

Come si dosa lo stress e si vince anche sotto pressione?
Alternando i momenti di allenamento e impegni agonistici con quelli di svago e soprattutto con i momenti trascorsi con le persone che amo e che mi fanno stare bene e passare ogni tensione.

Quale è fino ad oggi il ricordo più bello della tua carriera agonistica? Che immagini hai davanti ai tuoi occhi? Perché è il ricordo più bello per te?
I due ori olimpici a Londra 2012 rappresentano il momento più importante, il coronamento del mio sogno sportivo che avevo sin da bambina.

C’è mai stato un momento nella tua carriera dove volevi smettere o c’è stato un episodio/ un motivo che ti aveva portato a dire basta? Se sì…in quell’occasione cosa ti ha fatto reagire?
A 18 anni avevo deciso di smettere a causa di un fidanzato molto geloso e della mia voglia di fare altro. Ho capito da sola che stavo sbagliando e ho reagito grazie alla forza del mio carattere. Non potevo deludere le mie aspettative, quelle dei miei cari e del maestro Triccoli che aveva detto loro: “Signori, vostra figlia ha l’oro nelle mani”.

3 pregi e 3 difetti del tuo carattere e come impattano sul tuo ruolo di atleta
Pregi: sincerità, lealtà, rispetto. Difetti: istintività, lunaticità, ……

Che opinione hai degli atleti che in momenti  di difficoltà cercano delle “scorciatoie” ( doping o altre forme) per  raggiungere con meno sforzi i propri traguardi?
Non condivido le strade facili. Solo il duro lavoro può portare all’ardente felicità.

Quanto è difficile bilanciare la tua vita agonistica a quella privata? Bisogna essere campioni anche in questo?
A me viene abbastanza naturale come un bisogno fisico, mentale e del cuore.

Quanto è importante per te avere davanti agli occhi degli obiettivi chiari?
Fondamentale direi. Devo pensare , vedere e poi andare a prendermi l’obiettivo prefissato.

Rimanendo in tema di obiettivi: quale è il prossimo?
Qualificarmi alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e andare lì per prendermi nuove soddisfazioni.

Quale è la tua canzone preferita o quale potrebbe essere la colonna sonora dei tuoi successi?
“I believe I can fly”

Che ruolo ricopre l’impegno Sociale nella tua vita di atleta? Cosa può fare lo sport e in particolare la scherma per aiutare i più bisognosi?
Sostengo in maniera attiva l’associazione onlus We World Intervita, in particolare nella lotta contro la violenza sulle donne e sulle fasce più deboli della società. Lo sport e la scherma possono rappresentare una via d’uscita e un riscatto.

Sei superstiziosa? Hai dei riti scaramantici che fai prima di ogni competizione o degli oggetti portafortuna?
Un pizzico di superstizione c’è sempre ma non ho particolari riti scaramantici….ogni volta prima di una gara importante, però, succede qualcosa di bello e imprevisto.

Quanto ti alleni? Raccontaci la tua giornata tipo.
Circa 6 ore al giorno dal lunedi al venerdì e tre ore il sabato, suddivisi in sessione mattutina e pomeridiana. La settimana tipo consiste nel dividersi, dal lunedì al venerdì, tra pesi,potenza aerobica fatta al campo di atletica, reattività, resistenza, gambe scherma (esercizi specifici che vengono eseguiti in posizione guardia e consistono per lo più in passi avanti, passi indietro e affondi), lezione con il maestro ed assalti vari con altri schermidori.

Ci racconti il tuo primo successo?
Da ragazza ho vinto diverse medaglie ma la più importante è arrivata tardi, nel 2010, con i Mondiali di Parigi.

La sconfitta che significato ha per te? Che ruolo ha?
Serve a farmi riflettere, analizzare i miei errori per poi ripartire più forte e caparbia.

Elisa, nel 2009 a Roma ti è stato assegnato il premio “I Valori dello Sport”. Ci racconti qualcosa in più a riguardo? Se non sbaglio l’anno precedente il premio fu vinto da Giovanna Trillini…si va  proprio a tutta scherma, no?
E’ stato per me un onore ricevere quel Premio tanto più perché rappresentante della mia meravigliosa disciplina olimpica. E poi riceverlo l’anno successivo alla campionessa e ora mia maestra, Giovanna Trillini, è stato ancor più speciale.

In gara e nella vita segui schemi ben precisi o ti piace ogni volta stupire te stessa cambiando strategia a seconda della diversa situazione?
Assolutamente cambiare strategia. E’ proprio per questo che riesco spesso a spiazzare le mie avversarie.

Quanto è importante fare sacrifici per arrivare in alto?
E’ tutto. Nessuno ti regala niente.

Rio 2016 cosa ti porterà?
Spero tanta felicità.

Nella scherma come in azienda la comunicazione ha un ruolo molto importante. L’atleta deve saper comunicare con il proprio avversario e con il suo entourage. Ci spieghi meglio questo aspetto e come lo curi…
Sono seguita e supportata da diversi entourage: il mio staff tecnico, la Federazione, il mio gruppo militare delle Fiamme Oro, l’equipe Enervit e il dottor Belli nell’alimentazione e nella nutrizione, DMTC nella parte di immagine e sponsor. Potete ben capire come sia fondamentale per me questo aspetto della comunicazione che di certo non tralascio.

Quanto è importante una mentalità robusta e un atteggiamento mentale positivo?
Importantissimo. Io mi sento fortunata perché credo di avere entrambe le cose: forza e positività.

Tempo, misura e velocità: cosa è più importante oggi?
Credo la misura in tutti gli aspetti, sportivi ed extra, dell’esistenza.